Chi trova la musica ambientale di Brian Eno troppo fredda, dovrebbe ascoltare questo disco di metà anni ’70, accreditato al musicista inglese e al canadese Daniel Lanois. Proprio il dialogo con la chitarra e le atmosfere create da Lanois, dal mood così legato al suono classico americano, riscalda la musica, interamente strumentale, di questo disco, che fatalmente potrebbe piacere molto anche a chi ha seguito con attenzione le produzioni che il canadese ha negli anni curato per altri artisti, celeberrimi (U2, Peter Gabriel, Bob Dylan) e meno famosi (Robbie Robertson, Neville Brothers), caratterizzate tutte (al di là delle differenze stilistiche dei musicisti titolari dei singoli lavori) da atmosfere notturne e suggestive. Se dischi di Eno come “Music for airports” e “Music for films” restano imprescindibili, è nei suoi progetti spesso a torto considerati minori che si annidano piccole perle, come in questo caso.