Contaminazioni musicali #1 - I ribelli del rai algerino e del rock'n'roll americano

05.09.2014 09:03

Un recente articolo apparso su un giornale sul grande cantante algerino Khaled mi ha fatto tornare alla mente un suo concerto che ho visto, una ventina di anni fa, al porto di Bari. Concerto straordinario, quintessenza del mirabolante appeal sonoro della musica rai algerina, eccitante miscuglio di melodie arabe, pop occidentale, reggae, percussioni africane e tanto altro, all'insegna del divertimento e del coinvolgimento sfrenato del pubblico. E proprio il pubblico, allora, mi colpì particolarmente, con tantissimi giovani di paesi ed etnie differenti, molte coppie miste, un universo giovanile danzante ed emanante una sana e rivoluzionaria energia scagliata contro le convenzioni. Non so se la nascita del rock'n'roll desse ai giovani americani degli anni '50 del secolo scorso le stesse sensazioni, ma non mi pare azzardato scriverne in questo contesto, e non solo perché ricorre in questi giorni l'anniversario della sua nascita (il 19 luglio 1954 uscì il primo singolo di Elvis Presley). Anche il rock'n'roll, come il rai, è stata musica meticcia e bastarda, unione di musiche nere e bianche, rhythm'n'blues, gospel, country, folk, blues e chissà cos'altro ancora. Non uno scippo bianco di musiche nere come troppo spesso si dice, ma una cosa del tutto diversa da cosa c'era prima, se è vero, come un leader delle Black Panthers nordamericane (movimento per la difesa dei diritti del popolo nero) ha affermato, che “...Elvis ha osato fare alla luce del sole quello che gli altri facevano di nascosto al buio: avere rapporti umani con i neri”. Il rai algerino e il rock'n'roll americano hanno avuto, nei rispettivi paesi e ovviamente in tempi diversi, la stessa carica rivoluzionaria, assolutamente non ideologica, ma generazionale, fisica, oserei dire sessuale nel liberare il corpo ancor prima della mente. Hanno arruolato legioni di giovani ma si sono guadagnati l'ostracismo del potere e delle classi sociali dominanti, che in Algeria è arrivato fino all'uso della violenza, come dimostrano l'assassinio del celebre Cheb Hasni da parte dei fondamentalisti e lo stesso Khaled costretto ad emigrare in Francia. Non violento ma più sottile il contrasto al rock'n'roll in America, con il suo simbolo Elvis arruolato nell'esercito con tanto di taglio del suo celebre ciuffo esibito in televisione quasi come simbolo di restaurazione (e infatti al suo ritorno Elvis non fu più lo stesso e anche il rock'n'roll, già a fine del decennio, rientrerà nei ranghi, sfruttato dal mercato e svuotato di ogni carattere ribelle). Resta forte l'impressione comunque che in determinati periodi storici l'arte possa convincere che vivere in un mondo diverso sia possibile...

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Pillole Musicali di Stefano Minola stefabi@hotmail.it